La Chiesa di San Giacomo
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La Chiesa di San Giacomo è posta nel pieno centro storico della città, nel piano sottostante il Castello e, oltre ad essere uno dei monumenti più antichi rimasti, è stata per lungo tempo sede Vescovile dalla metà del V fino al VIII secolo (periodo in cui Termini Imerese ha rivestito un ruolo principale nella diffusione della nascente fede Cristiana), e Chiesa Madre fino al 1500, quando questo ruolo è stato rivestito dalla nuova Chiesa di S. Nicola di Bari (La Chiesa di San Nicola di Bari). Inoltre alcuni documenti riportano la testimonianza dell’importanza della Chiesa nel contesto siciliano quando era ancora Duomo della città, tanto da decidere di svolgervi i funerali di Federico II, il "Cattolico".
L'edificio
La Chiesa è a pianta rettangolare divisa in tre navate, presenta un visibile carattere normanno e ciò colloca la sua realizzazione intorno al 1100, ma il carattere gotico della torre campanaria e di parte dell'edificio conferma una sua esistenzia prima del periodo di Re Ruggero II: infatti da recenti studi sono emersi i resti di colonne ioniche e del fregio di un tempietto dorico e questo fa presupporre che la Chiesa fu costruita sopra un edificio di culto pagano.
Essa è posta in cima ad una scalinata con alla base un portale d'ingresso che presenta sull'architrave due simboli legati alla figura di S. Giacomo: la conchiglia, simbolo dei pellegrini, e la spada, simbolo del martirio del santo ed emblema di Santiago di Compostella, a cui la Chiesa era gemellata. Sempre sull'architrave è incisa la scritta “ECCLESIA SANCTI JACOBI" e la data 1610 che si riferisce ai lavori di epoca gesuitica che causarono la perdita di gran parte dell'aspetto originario: non più Chiesa Madre, divenne Confraternita e dotata di spazi per accogliere i pellegrini in viaggio nel cosiddetto “Cammino di Santiago".
L'interno
All'interno è divisa in tre navate da archi a sesto acuto sorrette da pilastri. Sulla parete della piccola abside sinistra sono riaffiorare delle chiavi pontificie e croci che sormontato un cappello vescovile con nappine laterali, che fanno ipotizzare a una riconsacrazione della Chiesa da parte di Papa Innocenzo III, tutore di Federico II, così come vuole la tradizione. Ancora visibili alcuni elementi di periodo normanno, come il capitello a scacchiera di una delle colonne che sorreggevano l'antitulo e che fino ai restauri del 1994 presentava i colori
tipici dello stemma degli Altavilla, il nero e il rosso. Sulle pareti delle navate destra e sinistra sono presenti gli stemmi dell’Ordine di Malta che confermano il ruolo della Chiesa nell’accoglienza e assistenza dei pellegrini. Sempre in epoca gesuitica, successivamente ai lavori del 1610, le pareti furono decorate a nuovo cancellando gli affreschi precedenti: tra questi, uno attribuito ai fratelli Graffeo rappresentava San Calogero incorniciato in un mosaico.
Nel XIX secolo la Chiesa cambia santo patrono e a San Giacomo si sostituisce San Biagio, la cui statua prende posto nell’altare maggiore a sostituzione di quella di San Giacomo scolpita da Fra Girolamo Di Leo nel XVI secolo. Con il bombardamento del 1943 sono stati salvati i pochi affreschi Seicenteschi rimasti che raffigurano la Madonna del Rosario con Santa Caterina d’Alessandria e San Leonardo, attribuiti a Vincenzo La Barbera.
Bibliografia:
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vescovo di Termini Imerese” – Palermo,
1788
Cusimano C.R. – “Storia termitana”-Palermo, 1926
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Mirabella G. – “Censimento dei Beni Culturali di Termini Imerese” – Palermo, 1991
Mirabella G. –“Termini Imerese. I segni dell’architettura di
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Solito V. - “Termini Himerese posta in teatro, cioè
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Trapani D. - “Le chiese di Termini Imerese. Scrigni di
antichi tesori” – Tesi di Laurea in Operatore in turismo culturale, 2007-2000
FOTO:
Elisabetta Cipolla